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Progetti didattici 2023: generazioni a confronto
- Settembre 5, 2023
- Pubblicato da: BewowEdu - Admin
- Categoria: Mondo Scuola
Progetti didattici 2021: generazioni a confronto
Pensare a progetti didattici in cui si confrontino diverse generazioni e in cui si analizzi la diversa risposta, può generare una visione olistica del processo di cambiamento che stiamo vivendo.
Se ciò è rapportato alla scuola, è necessario focalizzarsi in primis sulla formazione iniziale dei docenti che attualmente, non sembra orientata allo sviluppo delle soft skills, ovvero quelle abilità trasversali che apportano dei miglioramenti dal punto di vista delle qualità dell’operato ma rimane focalizzata solo sullo svolgimento tecnico, ambito in cui rientrano le hard skills.
In questo articolo si cercherà di capire quanto la scuola, oggigiorno, sia orientata verso un’evoluzione didattica attraverso metodologie efficaci per un’educazione al pensiero critico e alla capacità di problem-solving attraverso una riprogettazione dei modelli tradizionali d’insegnamento.
Indice
· Com’è cambiato l’insegnamento nel tempo?
· Le nuove modalità di didattica, funzionano?
· Le generazioni Z come rispondono?
· BeWowEdu è la risposta
· Come saperne di più
· Cosa offriamo
· E se questo non mi basta?
· Conclusioni
Com’è cambiato l’insegnamento nel tempo?
L’evoluzione della didattica dagli anni Sessanta fino a oggi è un processo ormai acclarato ma quali erano i progetti scolastici? Come veniva percepito l’insegnante? Qual era la sua metodologia?
Il docente sicuramente, poteva tranquillamente definirsi un “espositore di contenuti” e la sua metodologia nel trasmettere tali nozioni non era mai oggetto di discussione. Lo studente e, in ugual misura, anche l’insegnante, erano caratterizzati da un atteggiamento passivo rispetto alla logica della disciplina e del percorso didattico.
I risultati ottenuti sulla base di questo tipo d’approccio risultarono piuttosto deludenti e carenti rispetto alle aspettative.
Si è giunti così, a una rottura di questa modalità di lavoro, interessando sia i processi di apprendimento sia il concetto stesso di insegnamento. Nascono quindi, nuove metodologie didattiche basate su due principi fondamentali:
- La conoscenza (individuale o di gruppo), costruita mediante un processo continuo di strutturazione e ristrutturazione di idee, concetti, schemi, strategie di ragionamento, modi di guardare, di vedere e comunicare, partendo da quanto già si conosce.
- Il rispetto del punto di vista dell’allievo con le proprie idee e “modi di guardare” alla realtà con un approccio originale che spesso non coincidono con quelli della scienza ufficiale, né con quelli che l’insegnante intende trasmettergli.
Si sono sviluppati così, modelli d’apprendimento, dove l’interazione tra studente-insegnante permetteva di generare nuove idee: intelligibili, plausibili e utili. Furono progettate strategie didattiche in grado di conciliare le esigenze degli allievi con i vincoli imposti dalla struttura della disciplina.
Ma oggi si continua ancora a seguire questa linea, dove l’attenzione è sul modo in cui si vogliono trasmettere i concetti e non solo sui contenuti?
L’obiettivo della formazione ai giorni nostri è la costruzione della conoscenza, indipendentemente se ci si trovi in un’aula tradizionale o virtuale.
Il tutto parte dalla progettazione di modelli formativi in una dimensione in cui le istituzioni puntano a un’efficace professionalizzazione dei docenti con la motivazione di diffondere la migliore metodologia didattica sulla base dell’esperienza pratica.
Gli esiti attuali della “società della conoscenza” in termini di digitalizzazione, dividono i pareri e, in merito alla formazione dei docenti relativamente al rilancio delle abilità complesse, si prevede l’allestimento degli ambienti di apprendimento e un’attenzione alla percezione dei docenti riguardo le tecnologie di didattica a distanza utilizzate.
Attraverso ulteriori indagini, si offrirebbero validi argomenti a supporto dell’efficacia degli interventi di formazione dell’insegnante, verificando se quanto acquisito in passato abbia o meno avuto un peso specifico sui criteri d’intervento didattico.
Le nuove modalità di didattica, funzionano?
Può l’innovazione tecnologica trasformare l’intero sistema di istruzione e formazione?
In realtà se ci pensiamo bene, fornire all’uomo mezzi e strategie per accedere e scambiare risorse informative, consentendogli di acquisire conoscenza utile al miglioramento delle condizioni di vita, è un argomento attuale che coinvolge anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Nell’Agenda ONU 2030 (UN, 2015) come quarto obiettivo globale è fissata l’educazione di qualità, equa e inclusiva che favorisca opportunità di apprendimento per tutti, da realizzare attraverso, la promozione di uno sviluppo e di uno stile di vita sostenibile.
Potenziare le strutture di istruzione con la predisposizione di ambienti inclusivi, nonché l’innalzamento della qualifica degli insegnanti soprattutto attraverso una loro adeguata formazione, è l’obiettivo di tale Agenda.
La direzione che si sta prendendo è quella di investire finanziariamente in un meccanismo globale di accesso alla tecnologia (ONU – Assemblea generale, 2005) dove avviene un potenziamento delle competenze tecnologiche da parte dei docenti, attori principali di tale sviluppo.
La chiusura delle scuole e la conseguente didattica a distanza, hanno probabilmente esacerbato le disuguaglianze preesistenti, conclamando il già noto e paventato divario digitale globale, tra chi ha facilmente accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne è totalmente o parzialmente escluso per ragion economiche, istruttive, sociali ma soprattutto nell’incapacità di gestire strumentazioni e sistemi informatici.
Docenti e studenti si sono ritrovati ad adeguarsi a una modalità di insegnamento-apprendimento complessa, la cui incapacità di gestione dovuta alla poca esperienza e alla scarsa formazione, ha provocato frustrazione e sopraffazione.
L’adattamento della didattica della modalità in presenza a quella da remoto, ha modificato il percorso e gli strumenti d’istruzione, rendendo flessibili orari e contenuti, tanto da determinare urgenti interventi di sostegno alla professione docente per far fronte a quei bisogni formativi già ben noti.
Emergono, quindi, nuove modalità come la Didattica Digitale Integrata, argomento già trattato in questo precedente articolo , ma la risposta degli studenti a questa rivoluzione digitale qual è?
Le generazioni Z come rispondono?
In questi ultimi due anni, ci sono stati diversi approcci e progetti didattici mirati a migliorare l’apprendimento degli allievi, ma il punto chiave rimane sempre il confronto generazionale tra insegnanti e studenti.
Già nel Dicembre 2011, nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di S.Maria sopra Minerva si era affrontata questa tematica relativa all’insegnamento ai ragazzi e al loro apprendimento, in cui era stata posta un’indagine che aveva coinvolto 21 scuole di ogni ordine e grado grazie a due modelli di questionario: uno destinato agli allievi e l’altro ai genitori, dai quali emersero tre filoni di indagine: l’adolescenza, la genitorialità e il confronto intergenerazionale. Questi risultati hanno offerto interessanti spunti di riflessione.
Riconquistare la funzione educativa, questa la volontà, in quanto, è emerso un visibile e progressivo distanziamento tra il mondo dei genitori e quello dei ragazzi. Per maggiori approfondimenti, rimandiamo a un progetto didattico di BeWowEdu incentrato su questa tematica: “NOI ERA”.
Può però la scuola, chiamata a importanti cambiamenti, creare sinergia con la famiglia?
Di certo il maggior coinvolgimento dei ragazzi e la loro partecipazione permetterebbe di individuare soluzioni più idonee per la loro istruzione, indirizzando l’insegnamento verso nuovi approcci formativi.
Mettere a disposizione maggiori strumenti sia per i genitori sia per i docenti per comprenderli appieno, inserendoli nel dialogo educativo, potrebbe sicuramente alleggerire l’esercizio formativo.
Il dialogo è da considerare la parte fondamentale di una comunicazione efficace, al fine di educare ai nuovi media per implementare nuove azioni di corresponsabilità educativa.
Dall’indagine è emerso inoltre che se la scuola risulta al passo con i tempi e la preparazione degli insegnanti è in costante aggiornamento, gli adolescenti dimostrano un maggior interesse nel processo d’apprendimento, soprattutto quando in questo contesto si sentono realmente ascoltati e coinvolti.
Qual è il punto di vista dei genitori?
Una scuola più aperta alle proposte degli studenti, ad accrescere la loro cultura e a far “maturare le persone” attraverso insegnanti più preparati e aggiornati. Questi sono stati i punti chiave.
Accolgono inoltre con piacere l’impegno nel combattere le discriminazioni e a porre maggiore attenzione nella gestione dei ragazzi violenti. In questo caso anche BeWowEdu è in prima linea nella prevenzione e nella sensibilizzazione verso questo problema, grazie al suo progetto multimediale “Il ragazzo dai pantaloni rosa” che offre nuovi spunti di riflessione sulle tematiche del bullismo e del cyberbullismo.
BewowEdu è la risposta
Creare sinergia tra le istituzioni scolastiche nell’ambito dell’attività didattica, interpellare i giovani in merito a tematiche sociali e culturali, formulare idee collettive per cambiare il mondo, determinando così una comunità che genera valore attraverso anche progetti ed eventi multimediali. Questo è ciò che mettiamo in campo.
Per sviluppare un insegnamento interattivo e cooperativo è necessario avere delle conoscenze nell’ambito tecnologico, sapere di far affidamento su professionisti di settore che possono affiancare il corpo docente per un’assistenza adeguata e aggiornata a ciò che gli studenti richiedono e i docenti offrono, tutto questo è BeWowEdu.
Per saperne di più approfondisci la nostra offerta didattica 2021-2022
Cosa offriamo
BewowEdu nasce come progetto di didattica innovativa di EssereWow, diretto dal regista e produttore Marco Carlucci. A seguito di un lavoro ventennale acquisito nella produzione audiovisiva, Marco ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze in progetti multimediali e cross-mediali realizzando la piattaforma per eccellenza, utile e funzionale per una migliore Didattica Digitale Integrata.
Sull’onda di questa scia è stata posta attenzione a ogni tipo di esigenza a livello didattico, con l’intento di trovare la miglior soluzione per rispondere ad una domanda frequente: fruibilità degli strumenti e fluidità di svolgimento lezioni anche a schermo.
La piattaforma di BewowEdu rende possibile ciò, grazie anche a un supporto tecnico in grado di far fronte a qualsiasi criticità che potrebbe presentarsi nello svolgimento delle lezioni in Didattica Digitale Integrata (DDI).
Con la nascita di BewowEdu si pianificano progetti didattici all’interno dei quali l’apprendimento dei giovani viene incentivato attraverso l’utilizzo del loro linguaggio.
Innovazione, emozione, versatilità e disponibilità, sono caratteristiche di questa startup, dove il digitale e la tecnologia la fanno da padrone.
Oltre quaranta categorie di corsi tra cui scegliere, divise per materie e argomenti, a seconda anche dei livelli di conoscenza: principiante, intermedio e avanzato. All’interno di essi, gli studenti potranno districarsi per un’analisi più completa del tema trattato a scuola.
Come saperne di più
I servizi di BewowEdu sono in funzione di una didattica che riduce la distanza, studiata per un utilizzo e-learning e in presenza. Multilingua, multimateria, semplice, intuitiva con 5 sezioni riservate più un’area contest:
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- ACT: archivio di videolezioni con test di apprendimento e registro elettronico per facilitare l’attuazione dei programmi didattici
- POLIS: arena virtuale per sondaggi di opinione rivolti ai giovani.
- NEWS: blog magazine per progetti e approfondimenti social sul mondo della scuola e non solo.
- SHOW: eventi multimediali esclusivi online e in presenza dove la parola d’ordine è apprendere con divertimento
- EDIT: un editor di lezioni personalizzate per ogni esigenza, un concreto supporto per tutti i docenti.
- NO BULLYING: un contest che vuole sensibilizzare i giovani alle problematiche del bullismo e del cyberbullismo mediante un coinvolgimento creativo delle scuole.
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Il tutto per dar voce agli adulti di domani dove i giovani si sentiranno ascoltati e protagonisti di oggi, attraverso dei sondaggi ad hoc, al fine di unire il divertimento all’apprendimento.
E se questo non mi basta?
Se oltre all’ideazione, produzione, postproduzione e distribuzione la tua scuola avesse bisogno di un approfondimento più puntuale sugli strumenti e le attività didattiche per una DDI migliore, potrai rivolgerti ai nostri esperti che sapranno consigliarti gli step da seguire per la proposta didattica di qualità e su misura.
Si avranno a disposizione persone specializzate in editor che sapranno affiancarsi nella progettazione della lezione multimediale dei docenti e personale scolastico di ogni ordine e grado, anche a distanza.
Per una panoramica introduttiva sui nostri corsi questa la pagina dedicata ma siamo sempre a disposizione per progetti di formazione specifici sul personale scolastico.
Scrivici a [email protected]
Conclusioni
La sfida che ogni docente dovrebbe accettare è quella di guidare i propri studenti nel loro percorso di crescita e realizzazione personale, fino alla loro trasformazione in cittadini attivi nelle cui mani è posto il mondo futuro.
Per renderlo possibile, è però necessario che vengano prima di tutto formati i docenti in modo adeguato, permettendo così un insegnamento più ricco in aula, oltre ad acquisire altre capacità fondamentali per questa professione come ad esempio: il public speaking, la costruzione delle emozioni, l’ascolto attivo e reciproco, in quanto ogni insegnante, quotidianamente, è chiamato a dover parlare in pubblico, ad argomentare con modalità più chiare possibili ciò che deve esporre a chiunque si trovi dinanzi.